giovedì 27 novembre 2008

Bespoke?


Partiamo da principio: cosa significa bespoke? Giusto in questi giorni a Milano ci sono stati due eventi che portavano il nome bespoke-qualcosa. Ecco, questo è un esempio di come il termine, adesso piuttosto in voga, venga utilizzato a sproposito, talvolta associato al sgnificato di su-misura e talvolta, ancor peggio, al significato generico di "lusso". Niente di più lontano dalla verità. Bespoke, applicato a qualsiasi disciplina, dalle arts and crafts ai sistemi informativi, significa "da zero", rappresenta il massimo livello di cutomizzazione di un prodotto. Bespoke, "speak for something", "to give order for it to be made", da parte di un committente che, attraverso il dialogo con l'artigiano sviluppa un progetto completamente personalizzato. Il termine nasce a Savile Row, Londra, storica via dei maestri della srtoria da uomo, da Henry Poole a Hardy Amies. Innegabile dunque la radice nella tradizione inglese di fine ottocento, che è poi quella che tuttìoggi definisce i contorni dell'immaginario moderno di "Classico", termine, anche quest'ultimo, troppo spesso usato in accezioni incorrette.Tornando alle fiere di Milano, dicevamo di quanto fossero fuorvianti: come possono mettere in mostra qualcosa che non esiste? Il progetto bespoke non esiste fin tanto che non è finito, quello che si può valutare sono i materiali, l'abilità dell'artigiano, ma soprattutto la nostra disponibilità e sensibilità nel tradurre un'idea in un oggetto. Solo così esso sarà veramente nostro.
In fatto di camicie, la differenza tra il diffuso "su misura" ed il bespoke è tanto centrale quanto enorme. Il servizio su misura parte da un modello (pattern) che lo stilista o il sarto ha gia disegnato, questo sarà poi replicato con le misure del cliente, che avrà una camicia uguale alle altre, ma con le sue misure. Il processo bespoke invece è finalizzato alla creazione, attraverso diverse messe in prova, di un modello personalizzato, che sarà poi trasformato in cartamodello ed archiviato come esclusivo del cliente. In questo processo di creazione artigiano e committente collaborano a stretto contatto, le loro visioni confluiscono. Le variabili in gioco sono infinite, centimetro per centimetro, tessuto per tessuto, collo per collo, polso per polso: il gioco è difficile, districarsi è arduo. Ma ne vale la pena. Chiaramente questo servizio non è svolto da tutti, e non crediate di ordinare una singola "button-down celeste", perchè vi rideranno dietro. I più grandi camiciai del mondo, da Finollo a Genova, Turnbull and Asser, Gieves and Hawkes in Jermyn Street a Londra, permettono di accedere al servizio bespoke con un ordine minimo di 6 camicie a prezzi "divertenti".
Nelle prossime "lezioni" toccheremo un argomento per volta, cercando di fare chiarezza sulle insidie che si celano dietro ogni scelta.

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